Chiarito che l'ambiente montano è
pur sempre infinitamente meno
pericoloso dell'ambiente cittadino e
delle strade trafficate, possiamo
distinguere tra pericoli oggettivi e
pericoli soggettivi.
I primi sono quelli direttamente
imputabili alla Montagna: caduta
sassi, frane, slavine, fulmini, gelo
e attenti anche alle insolazioni,
ecc...
I soggettivi invece sono
sostanzialmente dovuti
all'impreparazione della persona e
contrariamente a quanto si crede
comunemente sono per la maggior
parte delle volte direttamente la
causa di incidenti dovuti a fattori
oggettivi, la vera fatalità è molto
rara. Affrontare un percorso più
impegnativo delle proprie capacità
è
già un pericolo soggettivo che
aumenta il rischio di pericoli
oggettivi: dove un esperto passa un
tratto difficile con tranquillità ,
molto velocemente e stancandosi
poco, un altro può consumarvi molte
più energie e impiegarvi molto più
tempo. Questo fatto si traduce
direttamente in sicurezza. E'
importante passare velocemente in
una zona con pericolo di caduta
sassi, affrontare i ghiacciai alle
ore adatte, avere forze sufficienti
per tirare velocemente la camminata
quando il tempo si mette al brutto.
Per non parlare poi
dell'incoscienza: affrontare una
Ferrata con il tempo che promette
fulmini è come tenere in mano un
parafulmine per vedere cosa succede
quando il fulmine viene già oppure
affrontare passaggi di I° grado per
trovarsi incrodati perdendo ore solo
per fare qualche metro e ritrovarsi
stremati dalla tensione nervosa.
Anche l'abitudine generale di tirare
tardi la sera ha spostato la
consuetudine a partire tardi la
mattina, magari stanchi ed
assonnati, aumenta i pericoli.
Un discorso particolare lo merita il
brutto tempo. Qui l'importante è
l'esperienza e spesso anche la
volontà di saper rinunciare e
tornare indietro prima che sia
troppo tardi. In alta montagna i
fenomeni sono più esasperati, in
estate è frequente l'innesco dei
temporali pomeridiani ed è
importante essere sulla via del
ritorno già verso mezzogiorno.
Mi vengono alla mente certi
terrificanti temporali tipici delle
Pale di San Martino: improvvisa
nebbia nera squarciata da sinistre
scariche elettriche pressoché
continue, tempesta martellante come
una allucinazione e temperatura che
precipita di diversi gradi nel giro
di qualche minuto.
Tra le altre cose i fulmini
preferiscono le cime aguzze, le
creste, i camini e i canaloni, le
grotte, i colatoi o cascate d'acqua,
tutti posti dove in questi casi è
opportuno non trovarsi, e sono
sensibili agli oggetti metallici e
ai corpi caldi.
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